venerdì 12 dicembre 2008

paternità, ancora

Un vecchio commento a un post di Nazione Indiana, ripescato in fondo alla memoria del portatile.
E una poesia, sempre di quell'epoca (febbraio 2007).



Mio figlio è ancora da qualche parte nel buio della pancia di mia moglie. Comincia a premere oltre l’osso pelvico, a protrudere in fuori, a influire sul baricentro di lei. A darle nausee.
Io per ora l’ho visto in ecografia: un segmento di due centimetri circa, al centro del quale batteva una virgola luminosa. Il cuore.
Mio figlio non è ancora mio figlio, e io non sono ancora suo padre. Non ho ancora la sua presenza fisica che mi impone di misurare il mio tempo (quello quotidiano, per non parlare del futuro) sul suo, le mie esigenze sulle sue.
Mio figlio (o mia figlia? perché uso il maschile?) è ancora un bolo di cellule (anche mie, in parte) che prendono forma e si differenziano in mezzo ad altre cellule. Quando nascerà sarà un fascio di nervi scossi dal dolore e dalla fame e io sarò un’ombra indistinta che gli cambierà i pannolini sporchi e lo rivestirà di panni lavati e disinfettati.
Dovrò dare una forma alle sue sensazioni e ai suoi pensieri, imporgliela probabilmente, e poi accettare che lui la rifiuti e, odiandomi, si renda (forse) conto di amarmi.
Quando morirò, sarà tutto ciò che resterà di me, nel bene e nel male.



Se riuscirà a smarcarsi
a dribblare le pozze vuote i voli sudici
se attraverserà la soglia intasata
e solleverà dagli specchi la prima pellicola

fino a guardarsi il duro delle ossa

allora
forse

vedrà l’interno dei rumori
e potrà leggere anche sulle labbra di suo padre lo stigma
urticante la paura

attraverso di me conoscerà il boccone
amaro
gli sarà reso noto
che nessuno muore pronto tutti lasciano
una casa abitata. Dovrà rendersi sensibile
ai ruderi alle vene estratte dalla polvere

non saranno suoi i brividi i tendini rotti
né i percorsi obbligati delle mani
dovrà prima imparare ad accogliere le spalle
di chi si abbandona all’abbraccio.

Il suo vero futuro saranno le lunghezze
che mi darà al traguardo.

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