giovedì 28 maggio 2009

i sogni son desideri


Vorrei poter dire a mia figlia: quando avrai la mia età starai meglio di quanto sto io.
Vorrei poter votare un partito con cui sono d'accordo almeno al 75%.
Vorrei poter votare per qualcuno, e non sempre contro qualcuno.
Vorrei poter dire: il mio voto serve a qualcosa.
Vorrei essere governato da qualcuno di cui non mi vergogno.
Vorrei poter tornare al Sud senza vergognarmi e senza sentire l'impulso di scappare.
Vorrei poter dire che il governo israeliano pratica l'apartheid senza che mi diano dell'antisemita.
Vorrei poter dire che Hamas è un branco di pazzi pericolosi senza che mi diano del sionista.
Vorrei che nessuno al mondo si sentisse in diritto di mettere il dito su un grilletto, per nessuna ragione.
Vorrei vivere in un mondo senza guardie e senza ladri.
Vorrei che i soldi venissero considerati per quel che sono: un male necessario; necessario, ma pur sempre un male.
Vorrei che la cultura venisse considerata per quel che è: l'unico mezzo di cui disponiamo per non soccombere l'uno sotto gli artigli dell'altro.
Vorrei vivere in un paese dove pagare le tasse, tutte le tasse, sia considerato un merito, e non una coglionata.
Vorrei vivere in un paese dove le tasse, tutte le tasse, escano dalle mie tasche per entrare, in un modo o nell'altro, nelle mie tasche o in quelle di chi ne ha più bisogno di me.
Vorrei poter dire che pubblico articoli su un sito gestito da un prete di Roma senza che il mio coltissimo e intelligentissimo amico mi lanci uno sguardo di sorpresa e di ironica commiserazione.
Vorrei che la Chiesa si facesse un po' più i fatti suoi.
Vorrei che tanti intellettuali smettessero di essere ossessionati da quel che fa la Chiesa.
Vorrei che si smettesse di imporre il velo alle donne e di infibulare le bambine.
Vorrei che si smettesse di dire che il preservativo non serve a niente.
Vorrei che papi e imam smettessero di pensare alle copulazioni altrui.
Vorrei non vedere tette e culi ogni volta che apro internet (o magari solo se e quando scelgo io di farlo).
Vorrei che si smettesse di dire: se fanno le puttane l'hanno scelto loro, non è mica colpa mia.
Vorrei che gente come Borghezio e Calderoli fosse nelle patrie galere, e non al governo.
Vorrei che i nostalgici del bolscevismo e della rivoluzione proletaria fossero al loro posto: nel passato.
Vorrei poter leggere su un giornale: sì, certo, qualcuno è andato a Salò anche in buona fede, e qualcuno ha fatto la Resistenza anche per interesse personale, ma alla fine i partigiani l'Italia l'hanno liberata, e ne hanno fatto una democrazia.
Vorrei sapere chi ha fatto cadere l'aereo a Ustica, chi ha messo le bombe a Bologna, a Piazza della Loggia, sull'Italicus, chi ha ucciso Kennedy, Martin Luther King e Malcolm X, chi ha sparato sui contadini a Portella della Ginestra, chi era davvero il mostro di Firenze, che fine ha fatto Mauro De Mauro, chi ha davvero ucciso Pasolini, chi ha sempre protetto Licio Gelli e soprattutto vorrei sapere perché invece non lo saprò mai.
Vorrei che Cesare Battisti fosse estradato e processato in Italia, ma vorrei che lo stesso impegno fosse applicato per far estradare Delfo Zorzi.
Vorrei che la Sinistra dicesse cose di sinistra.
Vorrei che, quando la Sinistra è al potere, facesse cose diverse dalla Destra.
Vorrei un'alternativa.
Vorrei poter dire liberamente che detesto il calcio e che il vino mi fa schifo.
Vorrei che, quando vengo tamponato da un carabiniere, la stradale e l'assicurazione diano ragione a me.
Vorrei vivere in un paese dove una persona venga giudicata per quel che fa, e non per quel che dice di voler fare.
Vorrei vivere in un paese dove una persona venga giudicata per quel che fa, e non per le idee o la religione che professa, o per il colore della pelle, o per l'accento con cui parla.
Vorrei che una persona fosse considerata prima di tutto un essere umano, e poi, in second'ordine, un italiano o un tunisino o un cinese o un finlandese.
Vorrei non sentir più dire “tanto lo fanno tutti”.
Vorrei non sentir più dire “sei troppo onesto”.
Vorrei che Fabrizio Corona fosse un perfetto sconosciuto.
Vorrei che l'Italia fosse un paese serio.
Vorrei che ognuno fosse in grado di vergognarsi davanti a se stesso più che davanti agli altri.
Vorrei che la società fosse “io e te insieme” e non “io contro di te” o “io e te contro di lui”.
Vorrei che, se un poveraccio ne ha più bisogno di me, ottenga una TAC prima di me che sono il figlio del primario.
Vorrei non provare l'impulso di ammazzare chi mi taglia la strada.

Vorrei un mondo che non esiste e che forse non esisterà mai.

9 commenti:

lillo ha detto...

:-) non ti facevo così tanto idealista!

ma ora so a chi rivolgermi se ho bisogno di una TAC!

cos'è sta storia del carabiniere che ti ha tamponato?

sergio pasquandrea ha detto...

Stavo facendo una svolta a sinistra e avevo la freccia accesa da mezz'ora, in attesa di avere la strada libera.
Faccio la svolta e sento alle mie spalle uno schianto. C'è una Vespa a terra in mezzo alla strada: uno che non si era accorto che etavo girando e ha cercato di superarmi, oltretutto sulla linea continua. In pratica, aveva torto marcio.
Il tizio si avvicina e comincia a insultarmi, sostenendo che io non avevo la freccia (falso) che avevo fatto la svolta all'improvviso (falso) e che lui comunque poteva superarmi, purché non andasse oltre la linea continua (sbagliato: anche un motorino deve stare in fila).
Io obietto che la freccia ce l'avevo, che la svolta l'avevo fatta con tutta calma e che comunque lui non poteva superare. E che comunque, non essendoci testimoni, era la mia parola contro la sua.
E lui: "Ah, sì? E io sono un brigadiere dei carabinieri, adesso chiamiamo i miei colleghi e vedremo a chi danno ragione".
I carabinieri arrivano e, va detto, hanno l'onestà e la correttezza di dire che, essendo coinvolto un collega, loro non possono intervenire, e chiamano la stadale. Uno di loro mi dice, parole testuali, "le chiedo scusa per come si sta comportando questo signore, non tutti i carabinieri sono così", però intanto l'altro si apparta con il tizio e comincia a spiegargli tutto quel che deve dire alla stradale.
Arrivano gli agenti della stradale (maleducatissimi e scocciatissimi) e fanno il verbale. Il tizio strepita, continua ad insultarmi, insomma fa una piazzata.
Il giorno dopo vado al comando della stradale per consegnare dei documenti e ci trovo un sottufficiale che, tutto complimentoso, sta parlando con il tizio con cui ho fatto l'incidente. Uscito il tizio, il sottufficiale riceve me, e mi tratta come una pezza da piedi.
La cosa finisce in mano alle assicurazioni e ovviamente il tizio, avendo avuto un verbale, diciamo così, molto accomodante da parte della stradale, riesce ad avere il concorso di colpa, l'assicurazione gli liquida non so quante migliaia di euro e a me aumenta il malus.
Questa è l'Italia.

lillo ha detto...

caspita che sfiga!

sergio pasquandrea ha detto...

Più che altro, caspita che delinquenti.
E con una divisa addosso, per di più-

trasformista ha detto...

mi era capitata una cosa un pò simile. solo che a tamponarmi con motorino (io ero in macchina) non era stato un carabiniere ma un tizio che si era procurato 2 falsi testimoni: hanno dichiarato l'esatto contrario di quel che era accaduto. dopo che i vigili hanno dato ragione a me.con tanto di foto di mia macchina colpita dietro,quasi al centro (avevo già completato la svolta).. e quei tizi hanno detto che ero io ad aver colpito il motorino. hanno vinto i delinquenti e il tizio ha avuto quello che voleva: il denaro dall'assicurazione.

per sopravvivere tra i homo sapiens bisognerebbe essere un pachiderma.. ma non sempre riesci a stare in una pelle simile, specie se sei un pò scimmia. e poi attenzione, gli umani uccidono gli elefanti solo per ricavarci delle perline.

salva il vino, l'hanno inventato in tempo di pace. e fa perdere mira.

Liberty Alex ha detto...

il punto è che il sistema giuriprudenziale e quello delle assicurazioni(è la stessa cosa)in italia è tutta una montatura:quello che conta è che nella "grande recita" con parti attoree e convenute,ci sia una parte cui attribuire la ragione....ma questo non vuol dire che la ragione ce l'abbia davvero,magari ha torto marcio,ma quello ceh importa è solo che il rapporto abbia esito....me en accorgo con mio padre,che fa l'avvocato e,guarda caso,si occupa anche di infortunistica stradale...ogni volta che c'è un incidente,si può sempre trovare un sistema che consenta di ottenere la ragione(e quindi lo sperato rimborso)...giurisprudenza e aasicurazioni sono due campi in cui quello che conta è l'astuzia,se riesci a trovare anche una piccola scappatoia puoi spuntarla....comunque,sergej,complimenti per il tuo sogno utopico:leggendo mi sono divertito molto,e ho capito,inoltre,riflettendo sulla saggezza delle tue parole,quanto sia inutile la "lettera al figlio" di rudyard kipling....

trasformista ha detto...

il capo dei vigili con cui ho parlato ha detto che se faccio causa la vinco al 100 % ma mi dovrò trascinare per anni per i tribunali, vista loro lentezza. e che il cognome di quella gente è lo stesso di una nota famiglia di delinquenti (non tanto comuni)immigrati qui da un'altra regione e che potrebbe essere non solo cognome. faccia lei, ha detto, ma al posto suo mi sarei fermato qui (!)

sergio pasquandrea ha detto...

Sulle assicurazioni, sulle loro truffe, le loro complicità con le varie "forze dell'ordine", gli strascichi giudiziari, la legge che poi è sempre quella del più forte, ecc. ecc. ci sarebbe da parlare per mesi, quindi mi fermo qui. Dico solo che quanto racontato da pippo e da trasformista è, purtroppo, la normalità.

trasformista ha detto...

ci sono delle zone d'Italia dove ancora non tutto è considerato normale.
un'anno fa due tizi "così" si sono presentati ai negozianti di zona dicendo che da ora in poi li proteggeranno in cambio di un fisso mensile. "proteggerete da che cosa ? qui siamo tutti tranquilli" fu la risposta dei negozianti che hanno pure denunciato l'accaduto alle autorità. non si sono presentati più. come quel tuo topo di New York.