giovedì 2 luglio 2009

pipe pugni e spinaci


Quest'anno, il 17 gennaio per la precisione, compiva 80 anni Popeye, meglio noto da noi come Braccio di Ferro.
Il fatto è passato quasi inosservato, e anch'io non ci avrei mai fatto caso se non fosse stato per un servizio trasmesso qualche settimana fa in "Do Re Ciak Gulp" di Vincenzo Mollica (il Mollicone, vecchia puttana dello showbiz, che avrà tutti i difetti del mondo, e che io trovo insopportabile nella sua ciarlataneria piaciona, ma che purtroppo rimane l'unico in TV a parlare di certe cose).
E' un peccato che il marinaio con la pipa e gli enormi avambracci sia noto alla maggior parte della gente solo per gli insulsi cartoni animati che ogni tanto passano ancora in televisione (quelli in cui veste una ridicola uniforme bianca e quasi sempre si scazzotta con lo scimmiesco Bruto per conquistarsi le grazie di quella stronza secca di Olivia) o per quella serie di fumetti per bambini pubblicata in Italia, indubbiamente graziosa ma che riduce il personaggio a una innocua, puerile macchietta.
Inviterei tutti quelli che non le conoscono a rileggersi le storie originali di Popeye, disegnate negli anni '30 dal creatore del personaggio, il geniale Elzie Crisler Segar (1894-1938).
Popeye the Sailor comparve per la prima volta il 17 gennaio 1929 in una striscia della serie "The Thimble Theatre".
Era destinato ad essere un personaggio minore, ma guadagnò rapidamente popolarità fino a conquistarsi il ruolo di protagonista.
Nei fumetti originali, era un marinaio scorbutico, irascibile, rissoso, guercio, non particolarmente sveglio, che parlava in modo buffo e sgrammaticato. Insomma, tutt'altro che un eroe. Fra l'altro, all'inizio gli spinaci occupavano un ruolo molto più secondario di quello che si affermò poi.
Ma i suoi lati positivi erano l'onestà, un solido e rustico buon senso e un'invincibile sincerità. Oltre, ovviamente alla forza e alla resistenza quasi sovrumane (ricordo una storia in cui veniva trapassato da sedici pallottole e commentava "ci vuol altro per stendere il vecchio Popeye", e un'altra in cui l'avversario gli spezzava l'osso del collo e lui ci si legava un manico di scopa e continuava a combattere tranquillamente).
"I yam what I yam, and that's all I yam" (io sono quel che sono, e questo è tutto quel che sono) era una delle sue taglines preferite.

Nell'immagine: la prima apparizione di Popeye.

Il personaggio divenne in breve popolarissimo, protagonista di centinaia di cartoni animati (i migliori sono senza dubbio quelli prodotti negli anni '30 da Max Fleischer).



Si dice - ma chissà se è una leggenda - che i produttori di spinaci gli attribuirono un aumento vertiginoso nel consumo di verdura da parte dei bambini.
Nel 1980 Robert Altman diresse un bizzarro film musicale ispirato alle avventure del marinaio, interpretato da un giovane Robin Williams.



Ma le sue storie più belle rimangono quelle disegnate da Segar, che con il suo segno sintetico e leggermente surreale gli fece vivere avventure estrose, nutrite da una sfrenata fantasia, sempre in bilico tra la comicità e una sana vena anarchica.

Sulle bancarelle dell'usato è ancora facile trovare i volumi Oscar Mondadori dedicati alle sue avventure, o magari recuperare una delle tante ristampe, ad esempio su Linus negli anni '70 o su Comic Art negli anni '80-'90.
Caldamente consigliate.

1 commento:

Liberty Alex ha detto...

in effetti ho avuto modo di leggere i fumetti più scadenti su popeye,che,oltre a presentare alcune pagine a colori e altre in bianco e nero,sono anche orrendamnete mosci...
dei cartoni,solo alcune serie sono fatte bene....ammetto comunque che legare il nome,l'essenza di popeye a quell'istante in cui afferra la lattina di spinaci e se li butta in bocca,mi è sempre sembrato molto banale...anche perchè(e questa è una cosa che a volte nei cartoni,anche quelli meno efficaci,viene mostrata,ma non ci si fa il dovuto caso)popeye sa essere forte anche senza spinaci,il che altro....