giovedì 14 gennaio 2010

la parola-mano


La parola insensata

Perché la prima parola, come l’ultima, ha almeno due sensi
per quanto io creda che ne abbia infiniti: la parola è tutta
intorno a sé.

Ma due sensi che fanno tutt’uno, una direzione
che non è l’infinito, ma queste mani e queste tenebre
in forma di oggetti, questo informe finito che non finisce di avere la sua forma
ma la conserva tutta, integra sacra e inutile.
Là fruga la parola-mano, parla la parola-bocca, grida la parola in pericolo:
tutto quello che è stato fa parte della sua direzione, ma
non è
la sua direzione, la parola svolta intorno a sé, con un sacro
sacrilego voltafaccia per guardarsi, parlarsi, sorridere, alfine
sorridere, alla parola-uomo
che è la più piccola, la più informe, la meno direzionale,
la meno diretta,
quasi un grido gutturale, una foglia stormente nell’ugola
del vento.

Piero Bigongiari
(da: "Antimateria", Mondadori 1972)

(nell'immagine: Claudio Laudani, La madre (pre); dal sito dell'autore)

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