lunedì 28 giugno 2010

la musica che gira intorno



Nella scuola dove insegnavo, i ragazzi avevano messo su – del tutto spontaneamente – un laboratorio di musica.
Lo aveva allestito Michele, quindici anni, stazza da Oliver Hardy, che era riuscito, da solo, a creare dal nulla un’intera sala prove con consolle, laptop, amplificatori, tastiere, spie ecc. ecc., il tutto di livello quasi professionale.
Si vedevano il pomeriggio e facevano un po’ di cover di successi pop, musica leggera, e ogni tanto un po’ di sano blues e di rock anni ’70-’80.
Il preside, geniale come tutti i presidi, ne aveva affidato la direzione alla collega di musica. La quale un giorno mi prese a quattr’occhi e mi disse (testuali parole): “Quest’esperienza ha valore puramente aggregativo. La musica che fanno non vale niente. Che vengano ai concerti degli Amici della Musica, piuttosto, a sentire Beethoven e Mozart”.
Non so se quella collega si sia mai chiesta perché ai concerti degli Amici della Musica non le ci andava nessuno, e se abbia mai messo in connessione il fatto con quella sua frase idiota.

2 commenti:

nihil novi sub sole ha detto...

avrei seguito il suo consiglio. avrei portato tutti quei meravigliosi ragazzi con i loro strumenti consolle laptop amplificatori tastiere successi pop musica leggera e un po’ di sano blues e di rock anni ’70-’80 dagli Amici della Musica. a fare il mega-concerto. sempre se la maestra parlava sul serio

amanda ha detto...

quella aveva studiato musica, ma non aveva mai fatto musica e se l'aveva fatto non ci aveva davvero messo l'anima