domenica 23 gennaio 2011

recensioni in pillole 88 - "Nei miei occhi"

Bastien Vivès, Nei miei occhi, Black Velvet 2010 (133 pp., € 18)

Di Bastien Vivès avevo letto, tempo fa, “Il gusto del cloro”; che mi era piaciuto (ne ho parlato qui).
Questo "Nei miei occhi" l'ho visto per caso in libreria, l'ho aperto e non ho assolutamente riconosciuto lo stile (il che, per me, è un segnale più che positivo). Ne "Il gusto del cloro" c'era un tratto essenziale, pulito, riempito da larghe campiture di tinte fredde e uniformi; qui c'è un segno più nervoso, a cui vengono sovrapposti caldi e materici strati di pastello.
In più, come annuncia già il titolo, il libro è basato su una scommessa: raccontare tutto “in soggettiva”, ossia mettendo la telecamera – per così dire – direttamente negli occhi del protagonista. Del quale, per inciso, non sentiamo mai né la voce né i pensieri (e che non vediamo, ovviamente).
Per farla breve, l'ho comprato.
Lo stile narrativo, invece, è sostanzialmente quello de “Il gusto del cloro”: piccoli frammenti di vita quotidiana, fotografati in brevi tranches de vie. Un ragazzo e una ragazza si conoscono, si piacciono, cominciano a uscire insieme. Si innamorano, lei è tormentata, qualcosa forse non va, ma chissà. Finale sospeso.
Però.
Però c'è un problema: che il confine tra l'illuminazione zen e il gracile intellettualismo fine a se stesso è molto, ma molto labile. E, secondo me, qui Vivès l'ha varcato.
O, per meglio dire: non c'è niente in particolare che non mi sia piaciuto, anzi. Vivès sa come narrare e come disegnare, molte scene sono davvero ben riuscite, con invenzioni narrative e grafiche azzeccatissime: semplicemente, non sono riuscito a identificarmi in nessuno dei personaggi, né nel protagonista (invisibile, del resto, come già detto) né nella ragazza (carina, sì, ma svampita, volubile e lagnosa al limite del sopportabile). Insomma, la storia non mi ha preso, per niente.
Il finale, poi: il risvolto di copertina lo definisce “imprevedibile e spiazzante”; secondo me, lascia tutto campato per aria, e basta.
E vabbè, non è che può sempre andar bene, no?

1 commento:

amanda ha detto...

riprova sarai più fortunato