venerdì 4 febbraio 2011

recensioni in pillole 92 - "From Hell"

Alan Moore / Eddie Campbell, From Hell, Magic Press 2005 (pag. non num., € 35)

Alan Moore è probabilmente il più grande sceneggiatore di fumetti vivente: il genio folle che ha sconvolto fin dalle fondamenta l'universo dei supereroi americani e che ha prodotto almeno tre pietre miliari del fumetto contemporaneo: il cupo e apocalittico “V for Vendetta” (1982-85), il labirintico “Watchmen” (1986-87), vera e propria pietra tombale sul genere superomistico, e questo “From Hell” (1991-1996).
In sedici capitoli (per un totale di oltre quattrocento pagine, seguite da un'altra quarantina, fitte di minuziose note storico-bibliografiche), Moore ricostruisce la storia dei delitti che nell'autunno del 1888 terrorizzarono Londra e che passarono alla storia come quelli di “Jack lo Squartatore”.
Il vero assassino, com'è noto, non venne mai catturato, e negli anni sono fiorite decine di teorie, più o meno fantasiose, sulla sua identità. Moore adotta qui quella del “Royal plot”, secondo cui gli omicidi vennero commissionati da ambienti vicini alla Corte (se non dalla Regina Vittoria in persona) per coprire gli scandali creati dal comportamento del principe ereditario Albert Victor, pazzo e sifilitico, nonché omosessuale e abituale frequentatore di prostitute. L'assassino sarebbe stato William Gull, medico personale della Regina; che, essendo per di più massone, offre il destro per inserire tutta una complicata sottotrama magico-simbolico-esoterica.
Va detto, comunque, che Moore non ebbe mai alcuna intenzione di avvalorare simili ipotesi, ma ha sempre affermato di averle prese solo come un buono spunto di partenza per la propria narrazione (e anzi, nelle appendici al testo non manca di ironizzare sui tanti sciacalli che negli anni costruirono improbabili teorizzazioni circa i delitti).
Ma, soprattutto, Moore, coadiuvato dai disegni scuri e graffiati di Eddie Campbell, riesce a produrre un'opera grandiosamente visionaria e, allo stesso tempo, a tracciare l'affresco scrupolosamente realistico di una Londra sordida, sudicia, sempre avvolta in una nebbia fumosa, nella quale vediamo muoversi decine di personaggi, storici o fittizi (fanno la loro comparsa, fra i moltissimi altri, Oscar Wilde, Alester Crowley, G. B. Shaw, la regina Vittoria, William Blake, Robert Louis Stevenson, oltre naturalmente a Walter Sickert, il pittore indicato da alcuni come il vero assassino).
Tanto per informazione, da una quindicina d'anni Moore si è autoproclamato “mago” e si è dedicato a bizzarri spettacoli teatral-musicali. Nessuno sa se sia serio o se ci stia prendendo tutti per i fondelli.

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