domenica 17 luglio 2011

home at last



Sono state due settimane intense.
Ho vagabondato per l'Europa, preso aerei e treni, conosciuto persone intelligenti e persone noiose, ho parlato del mio lavoro e ho ascoltato altri parlare del loro. Ho fatto qualche progetto per il prossimo futuro.
Ho rivisto amici vecchi e nuovi, chiacchierato dei massimi sistemi (e anche dei minimi), dormito poco, pensato molto, mangiato perlopiù male, scritto qualche poesia, parlato in lingue che non credevo di saper parlare.
Ho sperimentato escursioni termiche brutali: da un buio, freddo, piovoso luglio inglese, a una timida estate svizzera, fino a questa soverchiante calura italiana.
Mi sono reso conto di quanto certi paesi siano più civili del nostro, e di come il nostro potrebbe essere bello, se solo volessimo. Mi sono incazzato parecchio. (By the way, ho sempre più voglia di scappare dall'Italia, questo va specificato. E non è detto che prima o poi non lo faccia.)
Ho anche sentito la mancanza di mia moglie e dei miei figli, molto più dolorosamente di quanto avrei immaginato. Ho rimesso ordine tra le mie priorità esistenziali e capito un po' di cose su me stesso e sugli altri, e su me stesso rispetto agli altri.
Ho capito che il tempo che abbiamo a disposizione è davvero poco e che forse bisogna solo cercare di essere felici, come e quando si può.
Comunque, sono tornato.
Ci si riaggiorna presto.

1 commento:

amanda ha detto...

ben tornato :)