lunedì 21 novembre 2011

Anna Maria Farabbi



Ci sono poesie che ti piacciono o non ti piacciono. Poi ci sono le poesie che, come quelle di Anna Maria Farabbi, semplicemente ti mordono alla gola e non si staccano
Mannaggia a me che ho vissuto vent'anni a Perugia, a due passi da lei, senza conoscerla.



da "Adlujè" (Il Ponte del Sale, 2003)

Canto la madre non vergine
mentre fa l'amore con me

Madre dei sordomuti,
e delle cornacchie che dalla paura
pisciano in volo, madre
che scompari accadi e accadi,
con una lingua precipitosa insisti
e insisti
dentro il mio inguine. Madre
che mi fecondi con la tua saliva seminale:
ti ricevo:
qui e ora:
apro le cosce cuore e cervello.

Le donne del mio paese sono tutte in lutto
per questo ti vengono a pregare
chiudendo gli occhi per fondersi
al nero.
S'inginocchiano sopra il tuo corpo
cioè sopra un magnifico altopiano
si racchiudono
riassumendo la forma e il significato
del feto.

Io sono uscita dal loro branco.
Mi sono strappata le palpebre per vederti
fino in fondo
e con il fondo dei miei piedi ti cammino
per avvicinarmi,
e più mi avvicino
latro
con la fame in gola
e la gola tra le cosce. Madre
che mi hai partorito urlando,
il tuo sudore e la tua lingua mi bagnano:
sono qui. Qui e ora. Qui,
secondo la mia natura di figlia
disuguale
che scopa con i sordomuti
e per sempre li contamina
e avvolge teneramente le cornacchie calve
soffiando loro
la mia aria
calda. La mia aria calda.


* * *


Madre! Non dormo! Nemmeno questa volta dormo!
Nemmeno adesso che il nero copre ogni cosa
e intorpidisce gli occhi

Ha colpa il rospo
che dal fondo delle mie orecchie intona
ciò che dura ed è durevole
intrigandomi

Più lo ninno e lo staccio
più lui di verde si ostina
brilla
e vuole fare l'amore


* * *


VARIAZIONI SUL BUIO DI MIO FIGLIO

I.

E' NEL SONNO CHE SI DILATA E S'INCANTA
RICEVENDO,
ANCHE PER ME CHE LO VEGLIO,
RICEVENDO NEL SOGNO
I MIRACOLI DEGLI DEI.


Mio figlio dorme dentro l'inverno
mentre la vita gli tinge
il tenerissimo buio
delle narici.

Vi si sgelano gli angeli e gli uccelli
scoccati da dio.

II.

E' NEL SONNO CHE SI DILATA E S'INCANTA
RICEVENDO,
ANCHE PER ME CHE LO VEGLIO,
RICEVENDO NEL SOGNO
I MIRACOLI DEGLI DEI.

Mio figlio dorme
coperto dai suoi occhi chiusi:
sta cadendo in sé
come una piumina bianca.

Sottosotto è morbido il caldo
del suo terriccio cuore
dentro cui sta crescendo,
anche nel sonno,
la pianta.


III.

E' NEL SONNO CHE SI DILATA E S'INCANTA
RICEVENDO,
ANCHE PER ME CHE LO VEGLIO,
RICEVENDO NEL SOGNO
I MIRACOLI DEGLI DEI.

Mio figlio dorme
uscendo dalla luce
come un tranquillissimo fiume
notturno
che nel fluire dentro la sua lunghezza
tocca terra e mare
contemporaneamente.

Nel suo silenzio subacqueo
sono liquidi anche i venti e i canti
dei pesci.

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