martedì 15 novembre 2011

la pulce


Osserva solo questa pulce, e in essa
osserva quanto poco tu mi neghi.
Prima mi ha morso, ed ora morde te,
e in questa pulce il nostro sangue è misto.
Questo non è, confessalo,
onta, peccato, né deflorazione.
Ma essa gode prima di soffrire,
gonfia e satolla di un sangue che è due,
ed è più, ahimé, di quel che noi faremo.

Oh, ferma: in essa abbi pietà di tre:
lì noi, sì, siamo ancor più che sposati.
È me ed è te la pulce, ed è essa
il tempio e il talamo del matrimonio.
Malgrado i genitori, e te, noi insieme
serrano vive mura di giaietto.
Per noia potrai bramare la mia morte,
ma a questo non aggiungere un suicidio
e un sacrilegio: in uno, tre peccati.

Aspra, avventata, hai dunque già macchiato
di rosso l'unghia, in sangue d'innocente?
E qual è mai la colpa della pulce
se non la goccia che da te ha succhiato?
Ma tu trionfi, e dici che né te
né me, trovi più debole di prima.
È vero: impara, false le paure.
Ma tanto onore, in cedere, sarà,
quanta vita ti ha tolto questa morte .

John Donne (traduzione mia)

1 commento:

Paolo ha detto...

L'hai resa benissimo secondo me, prendendoti le giuste libertà. Come sempre le traduzioni dei poeti fatte dai poeti hanno una marcia in più!