martedì 20 novembre 2012

quattro poesie (erotiche?) di Toti Scialoja



Ripassata al tegame
l’ostia santa si scioglie
in rivoli di sangue
dolciastro oltre la soglia.

Ma i capelli a raggiera
dissero la mia sorte
se un’ascella leggera
è intingolo di morte.

*

Deposita Calipso
i suoi slip sulla sponda
del letto – quasi un lapsus
dopo una pausa – spende

un sorriso sull’esito
prevedibile in tali
sperperi – affida all’alito
la collana di opali.

*

Affiorano sull’anca
i segni dell’elastico
se sfila la filanca
col più magro dei gesti.

Luccica nero il crine
ricciuto – a un tratto estraneo –
quando amore s’incrina
nel suo cranio di cane.

*

Siede irritata e ride
sul bordo della vasca
un pesce a scaglie d’iride
affondando s’offusca.

Con la mano nell’acqua
inargenta le unghie
chi era in visita tacque
e si morse la lingua.

(da "Scarse serpi", Guanda 1983)

(nell'immagine: Saul Steinberg, Girl in bathtub, 1949)