domenica 27 ottobre 2013

ciclotimia generazionale



Mio padre ha una teoria: che i Pasquandrea vadano a generazioni alternate.
Per esempio.
Il mio bisnonno Matteo, fornaio, era famoso perché, quando le comari che chiacchieravano in attesa del pane l'avevano scocciato, si girava di botto con tutta la pala e spazzava la bottega: 'ndo cojo cojo.
Mio nonno Ricciotti passò alla storia per quella volta che venne il terremoto, in piena notte, e tutta la famiglia scappò per strada, e l'unico che non si trovava era lui. Alla fine rientrarono in casa e c'era lui seduto sul letto, che stava finendo di infilarsi i calzini.
Mio padre è, per sua stessa definizione, “un esagitato”.
Io sono un flemmatico.
E osservo Lorenzo. Che, soltanto oggi, ha: mezzo sfondato la parete in cartongesso del garage con lo sportello della macchina; lanciato una serie di urla selvagge nella quiete delle 14,30 (così, tanto per divertimento); rifiutato con pianti disperati tutto ciò che gli veniva servito a cena, salvo poi mangiarselo di gusto quando tutti erano già alla frutta; pulito ripetutamente la bocca sulla camicia, cosa che gli era stato categoricamente proibito di fare; sabotato la favola della buona notte con domande insistenti, osservazioni incongrue, lanci di peluche e improvvisi bisogni fisiologici; spruzzato per aria metà dello spray per l'asma della sorella; e ancora adesso, è su che canta a squarciagola, nel lettone con la mamma, mentre la sorella già dorme da più di mezz'ora.
E penso: la regola dei Pasquandrea colpisce ancora.

Per inciso, non so bene come funzioni con il ramo femminile. Mia sorella è identica a mio padre, mia figlia invece pare abbia ripreso la calma da me (o dalla mamma, chissà).

3 commenti:

Alfredo ha detto...

con i nostri bimbi,fissate le regole,creavamo dei momenti in cui potevano essere trasgredite.

ad esempio;in casa non si urla poi nel fine settimana quando si andava a fare la passeggiate al parco si potevano fare delle belle urlate di famiglia.

ci è andata sempre bene e nessuno ha mai chiamato la croce verde :-)

amanda ha detto...

beh poi non dire che non l'avevo detto che quello lì era un tipetto, ma i NO li dovete piantare come paletti altrimenti poi finisce per somigliare ad un signor B in miniatura, non vorrai mica questo oer tuo figlio ;)

sergio pasquandrea ha detto...

noi i "no" li mettiamo eccome, però non abbiamo ancora trovato un metodo davvero efficace per farli rispettare.
il dialogo funziona fino a un certo punto, le sgridate decisamente no (o ride, o urla più di noi), le punizioni provocano altre urla a non finire, gli sculaccioni preferiremmo evitare.
in parte, si tratta di energia da fargli sfogare (per ora fa piscina, poi pensavamo a un'arte marziale), in parte sono anche modi per attirare l'attenzione e affermare la propria personalità.
insomma, ci stiamo lavorando...