sabato 20 giugno 2015

lampi - 272 (se non sbaglio)

“Il mio primo amore delle medie, pensa un po'. Quanti ricordi, che tenerezza. Mica ce l'aveva, alle medie, quel paio di bocce.”

martedì 16 giugno 2015

parliamo un po' di me (2)

Ecco, questa invece non la sapevo, anzi la notizia mi è appena arrivata, ed è una graditissima sorpresa e - lo ammetto - anche un'emozione notevole.
Il mio "Approssimazioni" (Pietre Vive, 2014) è stato scelto tra i dieci semifinalisti del premio "Solstizio" 2015. Considerando che la giuria è composta da nomi di assoluta importanza e che gli altri libri sono tra i migliori usciti ultimamente in Italia, direi che io per quanto mi riguarda la considero già una vittoria.
Cioè, voglio dire: il mio libro, letto da Milo De Angelis. Potrei anche non scrivere più un verso e ritenermi comunque soddisfatto di me.
Qui l'annuncio e le informazioni complete.

parliamo un po' di me

Okay, io lo sapevo da un po' ma non potevo ancora dirlo. Adesso è ufficiale, quindi posso bullarmi a mio piacimento.
Una mia raccolta di poesie, intitolata "Oltre il margine" è risultata vincitrice del concorso Faraexcelsior 2015 e sarà pubblicata a breve dall'editore Fara. Ringrazio tutti i giurati per le belle parole che hanno speso per i miei versi.

Qui la notizia e qualche anteprima.

lunedì 15 giugno 2015

un sogno pieno di "ma"

Ero in una casa che non conoscevo, ma in qualche modo sapevo che era mia. C'era molta gente che andava e veniva per le stanze, ma non ricordo chi fossero. Arrivava E. e cominciavamo a parlare, parlare, ridere. Eravamo vicinissimi, ma non riuscivo a distinguere i tratti del suo volto, come se una nebbia o un vetro smerigliato ci separasse. Cercavamo di scattarci un selfie, ma i cellulari non funzionavano, né il mio né il suo.
Mi sono svegliato di soprassalto. Mi ero addormentato sul divano, erano le tre del mattino. Mi sentivo felice e triste nello stesso momento.

giovedì 11 giugno 2015

lampi - (numero... boh, ho perso il conto)

Tipico del cattivo maestro è l'elevare a regola i propri limiti.

mercoledì 10 giugno 2015

medullitus

"Una inexplebilis cupiditas me tenet, quam frenare hactenus nec potui certe nec volui; michi enim interblandior honestarum rerum non inhonestam esse cupidinem. Expectas audire morbi genus? libris satiari nequeo. Et habeo plures forte quam oportet; sed sicut in ceteris rebus, sic et in libris accidit: querendi successus avaritie calcar est. uinimo, singulare quiddam in libris est: aurum, argentum, gemme, purpurea vestis, marmorea domus, cultus ager, picte tabule, phaleratus sonipes, ceteraque id genus, mutam habent et superficiariam voluptatem; libri medullitus delectant, colloquuntur, consulunt et viva quadam nobis atque arguta familiaritate iunguntur, neque solum se se lectoribus quisque suis insinuat, sed et aliorum nomen ingerit et alter alterius desiderium facit."

Sono dominato da una passione insaziabile, che fino ad oggi non ho potuto né voluto frenare, convinto come sono che il desiderio di cose oneste non può esser disonesto. Vuoi tu sapere di che malattia si tratti? non mi sazio mai di libri. Eppure, ne ho più del bisogno; ma accade dei libri come delle altre cose: il riuscire a far danaro è sprone all'avarizia. Anzi nei libri c'è qualcosa di singolare: l'oro, l'argento, le gemme, le vesti di porpora, le case adorne di marmi, i campi ben coltivati, i dipinti, i cavalli ben bardati, e le altre cose di questo genere danno un piacere muto e superficiale; i libri dilettano nel fondo dell'animo, parlano con noi, ci consigliano e con noi si uniscono con viva e vivace familiarità; né solamente ciascuno di essi penetra nell'animo del lettore, ma suggerisce il nome di altri; e l'uno gli dà il desiderio dell'altro.

(Petrarca, Familiares, III, 18)

martedì 9 giugno 2015

cronache familiari: senso estetico

"Mamma, mi piace quel vestito, perché ha i colori del deserto!"

(Lorenzo, 5 anni e mezzo)

lunedì 8 giugno 2015

cangiar non posso

Per qual mordace lima
discresce e manca ognor tuo stanca spoglia,
anima inferma? or quando fie ti scioglia
da quella il tempo, e torni ov’eri, in cielo,
candida e lieta prima,
deposto il periglioso e mortal velo?
Ch’ancor ch’i’ cangi ’l pelo
per gli ultim’anni e corti,
cangiar non posso il vecchio mie antico uso,
che con più giorni più mi sforza e preme.
Amore, a te nol celo,
ch’i’ porto invidia a’ morti,
sbigottito e confuso,
sì di sé meco l’alma trema e teme.
Signor, nell’ore streme,
stendi ver’ me le tuo pietose braccia,
tomm’a me stesso e famm’un che ti piaccia.


Michelangelo Buonarroti
(Rime, CLXI)

domenica 7 giugno 2015

il Narciso e la rosa

Non Narciso, lo specchio
brilla nel verdecupo
prato della mia morta
fanciullezza di lupo...

Buona sera, Demonio,
mi ascolti sorridendo?
Ma non aprire bocca,
ho capito, mi arrendo.

Parlavo dello specchio
che null'altro è che luce
pura, riflessa - nido
di poetici echi.

No, Narciso non c'entra,
s'è guardato abbastanza;
e, una volta tanto,
posso affrontarti intrepido.

Sogno o indífferenza.
o memoria, non so,
l'argenteo specchio splende
nel nero prato solo.

Mi soggíoga il suo raggio
vespertino che fruga
immoto nella mesta
ombra del paesaggio.

Vieni, caro Demonio,
e contempliamo insieme
l'assenza di Narciso
nell'argento del sogno.

Non imperversa il riso
nella tua bocca odiosa?
Ebbene, amico, cogli
nell'orto una rosa.

Moralità o poesia o
bellezza, non so,
protendo questa rosa
a rispecchiarsi sola.

Pier Paolo Pasolini
(da "Poesia in forma di rosa", 1964)

sabato 6 giugno 2015

metrica

Ho in attesa (penso) quattro libri
di poesia e non ho voglia (nessuna)
di leggerli (mentre
catalogo gli odori in una scala
dal più aspro al più dolce e penso
anche questa è metrica
la rima fra il collo
e l'inguine la cesura
delle labbra e il ritmo
docile dei fianchi).

venerdì 5 giugno 2015

de lohn

"Non c’è
un’altra forma del mondo
che si appoggi al mio cuore
con quel tocco, quell’orma."
(Mariangela Gualtieri)


Mi sorprendo come al solito a pensarti
stavolta però mi viene
da chiederti scusa.
Perché penso a tutto il tempo
in cui non ti ho conosciuta
scandaglio senza frutto un'acqua
nera e immobile.
La tua assenza sa di neve
mi ferisce il palato.
Tutte le volte avrei dovuto
trovare parole senza futuro
inciderti una sillaba
profondamente sullo zigomo.

giovedì 4 giugno 2015

gli animali

Non ho notizie degli animali.
Esistono ancora? Quei rospi
che conoscevo così bene. E le volpi,
sono ancora là fuori nel buio?

Impossibile. Dove un cavallo soleva pascolare
nel mio sogno - un vuoto, l'orlo di un baratro
su cui sto in equilibrio
senza alcuna abilità e con molta fortuna.

Adesso capisco, dovrò costruire
il mio bestiario in altro modo:
senz'osso né occhio,
senza neppure una traccia di sangue sulla neve,
né l'abbaiare
che mi giunge alle spalle.

Solo, senza modello -
toccherà a me
immaginare, dalle pietre e i detriti
che restano, una specie nuova -

Un dente,
una mammella
gonfia di latte.

(Charles Simic)

mercoledì 3 giugno 2015

i narcisi

Solo come una nuvola vagavo,
che sulle valli e sui monti si libra,
quando ad un tratto una folla, una schiera
vidi, tutta di dorati narcisi,
che ai margini del lago e sotto gli alberi
ondeggiavano danzando alla brezza.

Ininterrotti come una galassia
di stelle che scintillino e risplendano,
in infinita linea si stendevano
tutto intorno alle sponde di una baia:
diecimila ne vidi in un'occhiata
scuotere il capo in un'allegra danza.

Danzavano le onde accanto a loro,
ma essi le superavano in gaiezza:
poteva mai un poeta essere altro
che lieto, in tale allegra compagnia?
Guardai, guardai, e non pensai che poco
a quale dono avessi ricevuto.

Ma molte e molte volte, quando giaccio
in ozio, o in umore pensieroso,
essi balenano all'occhio interiore
che fa la gioia della solitudine,
e di piacere mi si riempie il cuore
e danza ancora insieme a quei narcisi.

(William Wordsworth - traduzione mia)

martedì 2 giugno 2015

dilemma

Una persona piuttosto nota, ma della quale non ho alcuna stima, e con il cui nome non desidero essere in alcun modo associato, vuole contattarmi per una proposta di collaborazione.
Io, per me, gli direi a brutto muso che lo considero senza mezzi termini un cretino, ma il punto è che la proposta viene in realtà da un'altra persona, alla quale, per tutta una serie di motivi, ho difficoltà a dire no.

Adesso:
COME C***O FACCIO A VENIRNE FUORI?

angelo e primula

a Ida Vallerugo

mischiano angelo e primula
le api coi camini
gli aranci
mischiano merlo e vento
tolgono squame ai pesci
l’odore delle case
dicono è sceso
col cielo basso
l’altezza dei boschi
a bruciare
mischiano stelle e bambino
mischiano il cortile con le mele
raccoglieranno l’albero l’uccello
l’acqua
mischieranno nido ghiande neve
al collo avranno campanelli
il vecchio rabbi con le vecchie parole
e la voce montagna
dicono che ora tace
ha lanciato il sasso alla finestra
si è sparso nei vetri il mondo.



Nadia Agustoni

lunedì 1 giugno 2015

il canto delle sirene

Le conoscete tutti le parole
sillaba per sillaba – strofe
e ritornello – il canto
incessante. Mai nessuno
però vi ha raccontato (nessuno
può) che cosa vide il Luminoso.
Non vide nulla. Nessuno
cantava sullo scoglio acuminato
era una voce sola – di tutti
e di nessuno – l’abisso canoro
il centro esatto dell’ossario.