domenica 8 novembre 2015

recensioni: "Jazz inchiesta: Italia"

Enrico Cogno, Jazz inchiesta: Italia. Il jazz negli anni '70, Arcana Jazz, 2015 (238 pp., € 22)

Jazz inchiesta: Italia uscì per la prima volta nel 1971. Da allora, il testo è stato spesso citato e raramente letto, per il semplice fatto che era diventato introvabile. Bene hanno fatto Roberto Arcuri, curatore, e Vincenzo Martorella, direttore editoriale di Arcana, a caldeggiarne la riedizione.
Il libro è esattamente ciò che il titolo promette: una vasta inchiesta tra musicisti, critici, pubblico e persino gente comune, su un tema che allora era nuovissimo: qual è lo stato del jazz italiano? Cogno si propose di essere “non giudice, ma testimone” e di riportare quanto registrato nella maniera più fedele possibile; sua intenzione era anche di creare un testo agile, scorrevole, che si leggesse “come una jam session”. E così è.
Il libro è prezioso perché restituisce l'aria del tempo a chi, come me, non l'ha vissuta. Fa impressione, ad esempio, sentir parlare di Franco D'Andrea – allora trentenne – come di una “nuova leva” o una “speranza futura” del jazz nostrano; oppure confrontare i toni trionfalistici di certa stampa odierna con il panorama desolato dei critici dell'epoca (siamo in anni pre-mega festival, pre-Umbria Jazz, pre-etichette indipendenti, eccetera eccetera); o veder trattare come oggetti di polemica dischi e musicisti ormai archiviati dalla storia.
Ulteriormente preziosa la curatela di Arcuri. Innanzi tutto, c'è una densa postfazione che contestualizza il libro nel clima artistico, culturale e sociale di quegli anni. C'è un florilegio di recensioni, nelle quali si vedono illustri nomi della nostra critica jazz (Polillo, Fayenz, Candini, Maletto) confrontarsi con le dirompenti novità del free e del jazz-rock. C'è una polemica epistolare tra Cogno e una lettrice di Musica Jazz. E c'è una discografia di quanto inciso in Italia tra il 1966 e il 1971: sessantaquattro dischi in tutto (ossia, più o meno quelli che oggi arrivano al mio giornale in un paio di settimane). Dischi, ahimé, oggi per la maggior parte introvabili perché mai più riediti: e questa è una piaga dolorosa, che prima o poi bisognerà trovare il modo di sanare.

1 commento:

Jazz from Italy ha detto...

Grazie Sergio,

onorato di conoscere il tuo punto di vista!
Per quanto riguarda la piaga, io non ho la cura, giusto un po' di antidolorificoblog...

R