mercoledì 4 maggio 2016

sono uscito (quasi) vivo dagli anni Ottanta



Io me li ricordo gli anni Ottanta.
Quando tutti eravamo fighissimi, ci bevevamo Milano con il sottofondo dei Weather Report (anch'io che sono astemio), fumavamo le pestifere Muratti (anch'io che non ho mai fatto un tiro di sigaretta in vita mia, giuro), e vestivamo camicie coloratissime con enormi spalline e jeans strizzapalle (anch'io che ho sempre girato con i maglioni fatti a mano dalla nonna e dei vecchissimi Levi's a bracarella).
Quando le donne si facevano la doccia ignude nei box ermeticamente sigillati con Saratoga, i capelli delle rockstar assumevano fogge e colori impensabili e noi, nella più profonda delle province, per cogliere un capezzolo o un'impressione di pelo dovevamo sfogliare le pagine dell'intimo femminile sul catalogo Postalmarket. Oppure aspettare, di nascosto dai genitori, che in TV passassero Colpo Grosso o le commediacce con Lino Banfi.
Lo so: da qualche parte nel mondo, i Killing Joke, i Diaframma, i Cure, gli Smiths, i Joy Division cantavano il lato oscuro dei lustrini. Ma di tutto ciò a me arrivava poco o nulla.
Eppure oggi, a riascoltarle, riconosco – chissà come – tutte quelle canzoni, anche quelle che credevo di non aver mai sentito e che invece, evidentemente, ho assorbito per osmosi, nei lunghi pomeriggi passati a guardare Bim Bum Bam e ad aspettare che Fujiko esibisse le sue inverosimili tettone biconiche.
Per molto tempo ho pensato di odiare gli anni Ottanta. Poi mi sono reso conto che non è vero, anzi per meglio dire: non è esatto. È vero che provo una repulsione di natura estetica per gran parte di quel decennio, ma allo stesso tempo non posso fare a meno di provare affetto per quei suoni, quelle atmosfere, quello stile. Sono la mia infanzia e la mia prima adolescenza, non posso farci nulla. Di tutto il contesto storico-politico (odioso anzichenò) ho la consapevolezza nebulosa che poteva averne un bambino o un ragazzo.
Odio, invece, gli anni Novanta. Perché nel 1990 avevo quindici anni e cominciavo a rendermi conto del mondo che mi circondava. Ricordo benissimo Mani pulite, Tangentopoli, la fine ignominiosa della Prima Repubblica, Berlusconi sceso in campo, le rivoluzioni nell'Est Europa, la guerra in Jugoslavia, i primi sbarchi di albanesi, il genocidio del Ruanda, la morte del PCI. Ecco, quelle cose sì: le odio.
Quanto alla musica degli anni Novanta, l'ho letteralmente rimossa. Anche qui c'è una ragione: cominciavo ad avere i miei gusti musicali, amavo i cantautori ed ero un talebano del jazz. I Nirvana, il grunge, gli Oasis, il brit-pop, l'hip-hop, l'indie li ho recuperati molto dopo, a mente fredda. Alcune cose mi piacciono, altre no: ma per nessuna provo quell'odio-amore così viscerale che provo per gli anni Ottanta.
È come con i ricordi d'infanzia, in fondo: così sfocati eppure così intensi; così diversi dalle memorie più nitide, ma più fredde, dell'età adulta.

4 commenti:

Jazz nel pomeriggio ha detto...

Quando le donne si facevano la doccia ignude

Sai che temo che questo continui a succedere?

sergio pasquandrea ha detto...

non nelle pubblicità, purtroppo (Saratoga, do you remember?)

(per non parlare delle commediacce trash dove la doccia veniva sempre fatta in vasche senza tenda e miracolosamente allineate con i buchi nel muro)

Marco Bertoli ha detto...

Capito!

Però vedi, Sergio, il bello con questa cosa dei decenni è che te ne accorgi solo dopo, quando ti spiegano che sei vissuto negli anni Ottanta, Novanta, etc. Altrimenti, non credo che ci saremmo mai accorti del trapasso dagli anni Settanta agli Ottanta ai Novanta e via così.

amanda ha detto...

gli anni 80 stanno lì con l'inizio del mio amore, la morte di John Lennon, un mare di musica: David Byrne, Peter Gabriel, i Tuxedomoon, Nina Hagen, i Queen ma solo per citarne due o tre, il cinema di Wenders e quello di Herzog e Scola, il terrore dell'AIDS, la maturità, i mondiali "campionidelmondocampionidelmondocampionidelmondo", tanta roba, tanta vita quanta può sembrare quella di uno che ha dai 17 ai 27 anni ecco cosa resterà dei miei anni 80