mercoledì 29 giugno 2016

le trappole del traduttore




Leggo "La leggenda del trombettista bianco" (Young Man With A Horn, 1938) di Dorothy Baker, recentemente tradotto per i tipi di Fazi. Un romanzo vagamente ispirato alla figura di Bix Beiderbecke, portato anche al cinema, nel 1950, da Michael Curtiz, in un film dalla sceneggiatura molto mediocre, riscattato da una bella messa in scena, da una splendida colonna sonora (di Harry James) e da un cameo del grande Hoagy Carmichael come attore.
Comunque: tutto sommato un bel libro, tradotto abbastanza bene (cosa non banale per i romanzi che parlano di musica, di jazz soprattutto). Si può anche sorvolare sull'ammiccamento baricchiano nel titolo tradotto: business is business. Traduzione di Stefano Tummolini, che ringrazia il trombettista Ernesto Toesca per l'aiuto sulle "questioni più tecniche".
Peccato che l'inevitabile scivolone arrivi a pag. 162, dove "a trap set" (ossia una batteria, nel gergo jazzistico), diventa una assurda "serie di trappole":
...una specie di salottino al sesto piano con un palco non più grande di due metri quadrati, un piano verticale, una serie di trappole e Louie Galba seduto su una sedia da cucina in bilico sul bordo del palco che suonava una tromba mentre una donna cantava una canzone.
E vabbè, non tutte le ciambelle riescono col buco...

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